Le Dendrobates, anche conosciute come rane freccia, sono utilizzate dalle popolazioni Indios per avvelenare i dardi delle loro cerbottane . Pensate che basta il semplice graffio di una punta cosparsa col secreto di una "Phyllobates terribilis" per causare la morte di una scimmia in pochissimi secondi!
Le rane velenose appartengono alla famiglia Dendrobatidae, che comprende circa 170 specie; le loro colorazioni variano dal marrone fino ad arrivare a colori più sgargianti paragonabili solo ad un arcobaleno. Sono animali timidi e delicati che, a causa della distruzione del loro habitat per far posto a sconfinate piantagioni di caffè o cacao, hanno subito una considerevole contrazione demografica.
Gli allevatori di questi splendidi animali sono principalmente interessati alle 65 specie più colorate, conosciute come "Poison frog" , che appartengono a quattro degli otto generi della famiglia Dendrobatidae. Questi generi sono: Dendrobates, Epipedobates, Minyobates e Phyllobates. Gli altri sono: Allobates, Aromobates, Colosthetus e Mannophryne.
Attualmente i Dendrobatidae sono sottoposti ad una normativa internazionale che ne regolamenta e tutela il commercio, essendo infatti inseriti negli elenchi della convenzione di Washington del 1973. Questo accordo tra più nazioni regolamenta il commercio di flora e fauna a rischio di estinzione.
Ma chi sono i Dendrobatidae?
Sono anfibi. Animali che hanno una fase larvale -i girini- in cui sono acquatici, e in cui respirano attraverso le branchie; al momento della metamorfosi sviluppano i polmoni e cominciano a respirare come tutti gli altri animali terrestri. Siamo abituati a vedere i girini dei rospi e delle rane brulicanti nelle pozze…questo perché la scelta evolutiva delle "nostre" rane è stata quella di puntare sulla grande quantità di prole. I Dendrobatidi si discostano, deponendo solo poche uova alla volta, ma offrendo spesso cure parentali alla progenie…così andando a cercare delle Dendrobates pumilio o delle Dendrobates histrionicus, ci imbatteremo in ranette dai colori mozzafiato che trasportano sulla schiena i propri girini, deponendoli delicatamente all'interno delle minuscole raccolte d'acqua che sono alla base delle piante bromeliacee, provvedendo poi alla nutrizione giornaliera a base di uova non fecondate!
Le rane velenose vivono nelle foreste pluviali del Sud e del Centro America. In questi biotopi la temperatura e l'umidità sono costanti all'80% quasi tutto l'anno; se la percentuale di umidità scende troppo , le rane possono essiccare e morire nel giro di pochissimo tempo. Per molte specie la temperatura deve essere almeno di 22°, ad eccezione di alcune che vivono nelle foreste più fredde sulle pendici montane.
Sono davvero pericolosi?
Questa è la domanda che incuriosisce maggiormente! A partire dagli anni '60 sono stati compiuti numerosi studi sull'argomento, vedendo impegnati per qualche decennio diversi ricercatori universitari. Le rane producevano tossine per difendersi, ma non si capiva come ciò potesse avvenire. Studi eseguiti confrontando popolazioni differenti della stessa specie di rana -Dendrobates auratus- hanno consentito di mettere in luce la diversità di composizione dei vari secreti, chiarendo in parte il mistero. L'impronta biochimica degli alcaloidi era infatti sovrapponibile a quella degli alcaloidi tossici presenti nella popolazione di insetti di cui le rane in questione si cibavano! Le rane sono velenose perché mangiano insetti velenosi! E sono in grado di conservare le proprie "armi" per diverso tempo! Ma i nati in cattività non ricevono questa dote dai genitori e, essendo alimentati con grilli e moscerini, sono completamente innocui!
Informazio sulle tossine dei dendrobatidae

Circa 500 alcaloidi sono stati ritrovati nella pelle delle rane della famiglia Dendrobatidae.
Sembra che siano immagazzinati, senza rimaneggiamenti, nelle ghiandole epidermiche delle rane a partire da alcaloidi contenuti in alcuni artropodi....
Alcaloidi bioattivi della pelle delle rane: Studi rivelano che le pumiliotossine hanno origine dagli artropodi
Farmacie tropicali!
Oramai abbiamo imparato ad aspettarci di tutto dalle foreste tropicali! Studi su piante ed animali hanno permesso di scoprire molecole e composti nuovi, utilissimi per la farmacologia e per il progresso medico! Anche i Dendrobatidi non si discostano! Studi eseguiti alla fine degli anni novanta infatti hanno consentito di scoprire un composto, l'epibatidina, con proprietà analgesiche 200 volte superiori a quelle della morfina! Da qui sono partite subito ricerche e sperimentazioni per la creazione di un farmaco adatto all'utilizzo umano, in grado di agire sul dolore acuto e su quello cronico!
Questo è solo un esempio, ma ricerche in questa direzione sono quanto mai attuali e con grande probabilità condurranno alla scoperta di nuove molecole che potremo sfruttare per creare nuove medicine!