Il muschio appartiene alla famiglia delle Briofite (Bryophyta), un gruppo numerosissimo di piante pioniere terrestri, di cui nel mondo ne sono state riconosciute più di 23.000 specie.
La divisione Bryophyta possiede al suo interno tre classi, che rappresentano linee evolutive separate distinte da molti milioni di anni, e queste sono: Hepaticcae, Anthocerotae, Musci.
Generalmente si pensa che i muschi crescano in zone umide ed ombrose, ma in realtà non è così, infatti li si può ritrovare in una vastissima varietà di ambienti, dai più cupi ai più soleggiati.
Dal momento che non possiedono radici (quelle che hanno svolgono solo il ruolo di ancoraggio) riescono a vivere anche dov’è presente un substrato sottilissimo, purchè vi sia umidità sufficiente, anche se è ben noto che la maggior parte delle specie riesce a superare periodi di siccità rimanendo in uno stato disidratato, che può essere superato in poche ore in presenza d’acqua.
A differenza delle piante superiori che crescono traspirando acqua dalle foglie ed assorbendola, assieme agli elementi nutritivi, dalle radici. I muschi , sono dotati di radici temporanee non assorbenti con ruolo ancorante, mentre il trasporto di acqua e sostanze nutritive avviene per capillarità ed interessa l’intera colonia di piante. In più i muschi hanno la grandissima capacità di assorbire direttamente dalle foglie (se così possiamo definirle) l’umidità dell’area, il che li rende maggiormente resistenti agli sbalzi idrici, ma anche maggiormente soggetti all’inquinamento atmosferico.
Tecniche di riproduzione:
La semina del muschio, anche se non si tratta di una vera e propria semina ma di una riproduzione vegetativa, è molto semplice da attuare e non richiede grandi conoscenze nel campo floro-vivaistico.
Questa consta di poche semplici tappe, che in un breve periodo di tempo, riusciranno a farci avere grandi quantita di muschio.
Gli strumenti necessari sono:
1)Contenitore di qualsiasi tipo, forma o dimensione(la scelta dipende dall’uso che si vuole fare del muschio, chi come me lo usa solo a scopo ornamentale, può usare un semplice sottovaso di terracotta),consiglio, per chi vuole creare grandi tappeti da inserire nei terrari, l’uso di scatoloni in polistirolo
2)lapillo vulcanico di max 1cm di diametro(si può usare anche ghiaino di fiume, solo che non possiede le stesse caratteristiche del lapillo, quali la ricchezza in microelementi, e la capacità di trattenere l’umidità grazie a fenomeni, interni ai granuli, di capillarità
3)retine per drenaggio o semplicemente lana di perlon necessarie per permettere lo sgrondo dell’acqua senza far fuoriuscire il substrato
4)strisce di garza
5)un poco di terreno argilloso il migliore è l’akadama che si trova in vendita nei negozi per bonsai, ma il muschio non fa discriminazioni, quindi un qualsiasi terreno argilloso va bene
6)muschio sia in riposo che vivo, che verrà usato per la semina.
7)Acqua distillata o deionizzota che servirà per la nebulizzazione quotidiana del muschio(teme il calcare)
Note:
Per l’irrigazione usare acqua distillata, o quantomeno povera in calcare.
Il muschio sopporta benissimo la siccità, poiché riesce a disidratarsi mantenendosi in uno stato quiescente, dal quale si risveglierà in poche ore se innaffiato.
Il muschio non sopporta il ristagno idrico, quindi è importante innaffiare poco e spesso(escluso nei periodi piovosi) mantenendo così il substrato sempre umido ma non zuppo d’acqua.
Per i terraristi: visto che non tutti sono capaci di mantenere vivo il muschio all’interno di un ternario, può convenire creare molti tappetini di muschio, farli disidratare e conservarli in luogo asciutto. Facendo così, ogni volta che va sostituito il muschio all’interno del ternario, si avrà a disposizione un nuovo tappetino che basterà innaffiare abbondantemente per far riprendere, dopo 2-7 giorni, il suo colore verde brillante