Il Cibo

( Realizzata da Carlo )

Le Dendrobates, come del resto quasi tutti gli anuri necessitano di un’alimentazione costituita da prede vive che preferibilmente dovranno essere allevate dal terrariofilo stesso, consentendogli così di disporre sempre di una buona riserva di cibo per le proprie beniamine.

Le prede base sono costituite dalle drosophile (D. melanogaster e D. Hydei), comunemente conosciute come moscerini della frutta o moscerini dell’aceto e che da decenni vengono allevate dai laboratori di genetica. Sono semplici da mantenere e da riprodurre e , se correttamente gestite, hanno dei ritmi produttivi abbastanza rapidi. Altre prede utilizzabili dal terrariofilo sono i grilli (di adeguate dimensioni) e i collemboli, adatti ai neometamorfosati, nonché come integrazione della dieta per gli animali adulti.

In natura le Dendrobates predano soprattutto formiche, termiti, piccoli coleotteri, acari, ragni, mosche e larve di insetti di piccole dimensioni, “accumulando” per così dire le tossine presenti in queste prede e utilizzandole poi al momento del bisogno, per difendersi dai predatori (non dimentichiamo che il veleno di queste rane viene utilizzato dagli Indios per avvelenare i dardi delle loro cerbottane). In cattività ovviamente questo rischio non esiste, ma se un animale è di cattura è buona norma non toccarlo (le tossine possono permanere per circa un anno dalla cattura), precauzione del resto consigliata per tutti gli anfibi.

Prima di somministrare le prede è consigliabile “spolverarle” con un buon composto multivitaminico per rettili (che va conservato, ben chiuso, in frigorifero), a cui vanno aggiunte due parti di calcio in polvere (potete comprare in farmacia le compresse di carbonato di calcio oppure,più economicamente, utilizzare un osso di seppia tritato o grattugiato finemente).


Drosophile

In commercio se ne trovano due specie, Drosophila melanogaster e Drosophila hydei, che si differenziano per le dimensioni e per la rapidità di riproduzione: più piccola e rapida la prima specie e più grossa ma lenta la seconda.

Oltre a questo, le modalità di allevamento sono le medesime.

Le drosophile depongono uova delle dimensioni di mezzo millimetro da cui schiude ,dopo circa un giorno, una larvetta vermiforme e biancastra, che compirà una serie di mute (il primo giorno, il secondo giorno e il quarto giorno dopo la schiusa) per poi impuparsi e fuoriuscire come animale adulto (imago) e alato; dopo un altro giorno raggiungerà la maturità sessuale. Quelle che a noi interessano sono quelle allevate nei laboratori che, per comodità degli operatori, si presentano attere.

Un accorgimento va posto alla temperatura, poiché influisce molto sui tempi di sviluppo della drosophila: a 18 C° il tempo richiesto è il doppio che a 25 C°!

I tempi richiesti da D. melanogaster vanno da circa 9 giorni a 25 C°, fino a 12-13 giorni a 20 C° mentre per D. hydei sono quasi il doppio.

Stabulazione

I contenitori di allevamento devono presentare facilità di prelievo e un adeguata superficie di aerazione (coperta con un pezzo di stoffa), ma che non sia eccessiva, altrimenti il substrato si seccherà troppo (nel caso provvedete a vaporizzarvi dell’acqua)!

Personalmente utilizzo delle normalissime bottiglie di plastica, quelle dell’acqua minerale, a cui taglio la parte superiore, per poi piegare leggermente verso l’interno il bordino affilato, con l’ausilio di un semplice accendino. Il tutto viene coperto da un pezzo di stoffa tenuto fermo da un elastico.

Quando mi servono delle drosophile basta sbattere un attimo la bottiglia, in modo da far cadere sul fondo tutti gli adulti, si toglie la copertura, e poi si avvicina il contenitore ad una fonte luminosa (lampada da tavolo): le drosophile sono fototrope (vengono attratte dalla luce) e si dirigeranno in massa verso l’abat-jour. Basterà tenere la bottiglia leggermente inclinata e dare dei colpettini quando queste raggiungono il bordo del contenitore: immediatamente cadranno nel barattolo che dobbiamo tenere sotto, magari con un po’ di integratore vitaminico, cosicché non riusciranno a scalare le pareti! In alternativa potete utilizzare l’aspiratore entomologico, facendo due fori nel tappo di una bottiglietta, entro cui infilerete due tubicini che vanno siliconati. Uno va coperto ad un’estremità (quella che finirà dentro la bottiglia) da un pezzetto di collant, mentre l’altro è libero.

Avvitate il tappo alla bottiglia e aspirate dal tubicino che presenta ad un’ estremità il collant, dirigendo l’altro verso una drosophila, che verrà immediatamente risucchiata all’interno della bottiglia, rimanendo imprigionata!

Substrati

Per allevare le drosophile è necessario allestire un substrato nutritivo che servirà sia per gli adulti che per le larve. A questo substrato va aggiunta della nipagina, di cui parleremo dopo, e qualcosa per impedire agli adulti di annegare…ottima per questo scopo è la paglia per imballaggi, ma esistono innumerevoli soluzioni, come ad esempio la lana di perlon (quel materiale filtrante per acquari), striscioline di zanzariera, pezzettini di spugna…

E’ possibile acquistare da ditte specializzate (oltreconfine) i substrati liofilizzati, a cui basta aggiungere un po’ di acqua calda per ottenere un pastone di qualità ottima…il problema di questa soluzione è la non facile reperibilità (in Italia) ed il costo non bassissimo.
In alternativa a ciò possiamo farcelo in casa!
Esistono numerosissime ricette e ve ne presenterò alcune:

Ricetta1

ingredienti:

1 tazza di zucchero

8 tazze di purée in fiocchi

½ - 1 tazza di lievito di birra

nipagina

procedimento:

Mettere lo zucchero e la nipagina in un contenitore ermetico e agitare bene, aggiungere parte del lievito e agitare nuovamente, infine aggiungere il purée in fiocchi e agitare nuovamente.

A questo composto va aggiunta acqua calda in ugual proporzione

Ricetta 2

Ingredienti:

1 tazza di banane (2 banane)

1 tazza di salsa di mele (mela grattugiata)

15 ml di aceto (2 cucchiai)

2 tazze di farina d’avena

un po’ (poco) di lievito di birra

nipagina

Procedimento:

Frullare la banana e la salsa di mele fino a che non si ottiene un impasto omogeneo, quindi porre il tutto in forno a microonde per 2 min circa, in modo da ottenere una parziale sterilizzazione. Aggiungere la nipagina, la farina d’avena e l’aceto fintanto che il substrato non raggiunge una consistenza sufficientemente solida. Lasciare raffreddare e quindi aggiungere il lievito e le drosophile.

Ricetta 3 (ultra energetica: quadruplica la produzione di drosophile!!)

Ingredienti:

LISTA 1

2 tazze di acqua

2 tazze di aceto

1/8 di tazza di melassa

½ lattina di succo d’uva concentrato

2-3 banane ridotte in poltiglia

LISTA 2

½ tazza di malto

2/3 di tazza di purée in fiocchi

1/3 di lievito di birra

nipagina


Procedimento:

Portare ad ebollizione gli ingredienti della lista 1 e quindi aggiungervi il malto, il purée ed il lievito; aggiungere la nipagina. Lasciare freddare, aggiungere un pizzico di lievito di birra e lasciare riposare per un giorno. Il giorno seguente si possono aggiungere le drosophile.

Ricetta 4


Ingredienti:

1 litro di acqua

10 gr di agar in polvere (lo trovate in farmacia, erboristeria o presso i fornitori di prodotti chimici)

50 gr di farina

100 gr di malto disidratato (in erboristeria)

15 gr di lievito di birra

nipagina

Procedimento:

Mescolare farina,malto, agar, aggiungervi lentamente l’acqua e portare il tutto all’ebollizione, mescolando continuamente. Lasciare bollire per 5 minuti. Aggiungere il lievito e portare nuovamente all’ebollizione. Lasciare freddare fino a 60 C° e quindi aggiungere la nipagina .

Ricetta 5

Semplicemente della frutta fresca (mela, banana) a pezzi o frullata, oppure dell’omogeneizzato alla frutta. E’ meglio se vi aggiungete della nipagina.

Cos’è la nipagina?

La nipagina (metile-paraidrossi-benzoato) altro non è che una polverina bianca con funzioni di conservante…viene utilizzata anche nell’industria alimentare. Se ne può fare a meno, ma allora l’odore emanato dal pastone è davvero pestilenziale e si rischia di rovinare una coltura di drosophile per una contaminazione fungina!

Lo so, non è semplicissimo trovarla, ma potete ordinarla presso qualche buona farmacia o presso i grossisti di prodotti chimici. Va usata in un quantitativo di 3 gr per litro di substrato, sciogliendola in alcool etilico NON denaturato, oppure nella grappa. Esiste in commercio anche una forma sodica, solubile in acqua: se riuscite a procurarvela è decisamente più comoda!

Complicazioni

Essendo il substrato delle drosophile un pabulum ottimale anche per moltissimi altri animali o funghi, è opportuno prendere delle precauzioni. Il problema della contaminazione fungina può essere ovviato, come abbiamo visto, utilizzando la nipagina. Altri problemi vengono dalle formiche e dagli acari. Per le formiche è sufficiente schermare bene il contenitore con della stoffa (lo scottex viene forato), mentre per gli acari la situazione si complica notevolmente. I rimedi sono di tre tipi: porre il contenitore con le drosophile sopra un pezzo di scottex impregnato di insetticida; coprire il barattolo con un pezzo di stoffa imbevuto di benzil-benzoato (che però rischia di danneggiare anche le drosophile); mettere il contenitore al centro di un vassoio pieno di acqua (gli acari non riescono a raggiungerlo). Gli acari che normalmente infestano le nostre colture sono di due tipi: uno di essi non è molto pericoloso poiché compete solamente per l’alimento, l’altro invece è un flagello poiché attacca le uova e le pupe delle drosophile.